L’orafo Regolo di Giovanni Coccapani e i lavori in argento per la SS. Annunziata

Regolo Coccapani fu uno stimato orafo che visse nella parrocchia di San Lorenzo a Firenze tra cinque e seicento e che ebbe bottega sul Ponte Vecchio.
Il Dizionario biografico degli artisti Thieme-Becker, all’inizio della voce sul figlio Sigismondo, lo ricorda di Carpi, figlio di Giovanni (1580) di Niccolò (1540) di Troilo (1500) di Coccapano. Ottenne la cittadinanza fiorentina il 21 agosto 1603, dopo aver dichiarato lo stesso anno nel catasto di aver vissuto in città per oltre 40 anni, sposandosi nel 1581 (con Margherita Chiosi) e generando quattro figli maschi, tutti allora più che ventenni; secondo Manni, possedeva delle botteghe sul Ponte Vecchio, che nel 1614 lasciò in eredità a un convento.
Dopo la morte fu sepolto in Santa Maria Maggiore dove si trovava una lapide a lui dedicata (v. DigitalSepoltuario).
Dei suoi figli ebbe notorietà Giovanni, nato a Firenze il 19 maggio 1582, dottore in legge, accademico della Crusca (1638), lettore di matematiche, deceduto nel 1649.
Il secondo figlio Sigismondo, nato anche lui a Firenze il 10 agosto 1583, invece fu pittore allievo di Ludovico Cigoli, architetto che studiò con Bernardo Buontalenti e esperto di idraulica. Morì nel 1643.
L’altro figlio Giovanni Battista fu titolare con il padre della bottega di oreficeria sul Ponte Vecchio, mentre il quarto, Vincenzo, non è ricordato per aver esercitato attività artistiche o letterarie.

Tra 1603 e 1605 Regolo Coccapani servì come orafo la SS. Annunziata. Lo attestano alcune sue ricevute di lavori firmate “mano propria” e legate in un registro di camarlingheria del convento (Archivio di Stato di Firenze).
Le trascriviamo:

“A dì 20 febbraio 1604: Dalla nostra sagrestia et chiesa l. trecento sette s. dieci per ché tante sono per ritratto di otto calici venduti per mano di fra Alessandro sagrestano per ordine de’ reverendi padri, ciò i 3 calicini nuovi, et 5 vechi con sue patene venduti a diversi, come per la nota appare in tutto l. 307.10.
A dì detto: Dalla detta sagrestia l. cento nove s. 17 et sono per ritratto di libbre una once sette d. otto d’argento in voti venduto a maestro Regolo orefice portò detto in tre partite l. 109.17. [Totale] l. 417.-.7.
A dì 20 di febraio 1604 (1605 s.c.): A spese di nostra chiesa l. trecento sessanta sette s. 15 per tanti spesi in dua calici nuovi d’argento et patene puri et semplici che pesono libbre quattro once quattordici a l. 70 libbra, et l. 84 per fattura di detti portò cont. 7 Regolo nostro orefice, per mano di Alessandro Maria nostro sagrestano in tutto l. 367.15.
A dì detto: A spese di nostra sagrestia l. quaranta nove s. dodici tanti spesi in diversi accocimi per uso di sagrestia come per il conto di maestro Regolo orefice appare in partite 6 nette di tara in tutto l. 49.-.12.
[Totale] l. 417.7.

Maestro Regolo de’ havere dalla nostra sagrestia sino sotto dì 7 di febraio 1603 once 1 d. 2 1/2 d’argento in catene servite per uno terribile l. tredici s. 5.
E adì 6 d’aprile 1604: per once dua d. venti d’argento per 3 catenuze per una lampana l. trenta quattro l. 34.
E a dì 9 detto: per fattura di una pace et argento l. tre s. 10 l. 3. 10.
E a dì 8 maggio: per asettatura di una coppa di calice l. dua l. 2.
E a dì 6 dicembre 1604: l. 8 per asettatura di uno terribile et una navicella in tutto l. (***).
E a dì 17 di febraio: l. dodici per asettatura di dua calici di argento cioè una vite rotta et uno piede risaldato in tutto l. ***.
Et più de’ havere per libbre quattro once quattordici di argento in dua calici nuovi con sue patene puri et semplici con l’arme de’ Servi a ragione di l. 70 libbra in tutto l. 283.5.4.
Et più per attura di detti dua calici l. ottanta quattro”[Totale] l. 440 ***.

Nota de’ calici venduti
A dì 15 d’ottobre 1603: si vendé uno calice vechio con la sua patena a prete Bartolomeo dalla Pieve per l. trenta cinque alla presentia di fra Cristiano sagrestano l. 35.
A dì 27 detto: al predetto prete si vendé un altro calice simile per l. trenta cinque presente fra Cristiano l. 35.
A dì 24 di dicembre 1603: si venderno tre calicetti nuovi alla milanese con loro patene alli nostri padri Romiti di Monte naia [Montesenario] per l. cento venti sei in tutto portò contanti il reverendo padre fra Bernardino l. 126.
A dì 18 di agosto 1604: si vendé uno calice vechio con sua patena a uno prete per l. trenta cinque presente fra Christiano sagrestano l. 35.
A dì 5 di settembre: si vendé un calice con sua patena a un prete per l. cinque per mano di Regolo, in tutto l. 35.
A dì 13 di dicembre 1604: si vendé uno calice vechio con sua patena per l. quaranta dua venduto a una prete alla presentia di fra Cristiano sacrestano l. 42.
Fra Alessandro sagrestano [totale] l. 308 ...
Maestro Regolo orefice de’ havere dalla nostra sagrestia sino sotto dì 9 di febraio 1603 per once 1 d. 2 1/2 di ariento in catene servì per uno terribile ... l. 13.5”.
Segue il conto per tre catene per una lampada, per fattura di una pace di argento e varie accomodature di turibolo e calici.
In tutto l’orefice doveva avere l. 3440.-.4.

In un altro conto maestro Regolo “de’ dare” dal febbraio 1603 (1604 s.c.) al 30 di gennaio 1604 (1605 s.c.) per una catenuzza guasta, per i voti d’argento alienati e altro: l. 440.-4.-

In altro foglio ancora:
“1605. Io Regolo di Giovanni Coctepani orefice ò riceuto dal padre frate Alexandro sagrestano della Nunziata once quatro d. venti d’argento in tanti boti et once cinque d. sei d’argento in catene di teribile quaste a l. sei oncia ... per pareggiamenti di nostri conti in sino a questo dì 31 di maggio 1605 in tutto l. sesantuno l. 61.
Io Regolo mano propria.
Anzi rifatto catene quatro nove al teribile et asetto come apare al mio libro D a 126.
Maestro Regolo deve avere del conto di sagrestia della Nunziata l. venti per diversi aconcimi fatti per ordine del padre frate Angnolo Maria come apare nel mio ***.
A dì 6 di dicembre 1604 netti di tara.
Et più deve avere dalla sagrestia di sopra per diversi aconcimi et rifatura di quatro catene per un teribile per credito di padre Alexandro sagrestano come apare al mio libro ***.
Et più deve avere per asettatura d’un calice di rame vechio e ridoratura della coppa ...
Conto de’ frati di avere da maestro Regolo once quatro d. venti d’argento in voti ricevuti dal padre frate Alexandro l. cinque s. 13 4 d. et aper once cinque d. sei da voto d’argento nelle catene vechie del teribile a l. sei l’oncia ...
E più deveno avere l. quatro di contanti fra Alexandro.
Del detto conto se n’à dar debito al libro di conto.
Io Regolo di Giovanni Coccapani ò ricevuto dal padre frate Alexandro camarlingo della Nunziata l. venticiqnue di contanti per resto d’ogni conto avessi da detto sagrestano et sagrestia in sino a questo dì 30 di giugno 1605, recò Batista Coccapani mio figliolo l. 86.7.8”.

Paola Ircani Menichini, 31 ottobre 2025. Tutti i diritti riservati.




L'articolo
in «pdf»